Ecco il profilo del nostro nuovo Presidente:
"Berlusconi Silvio (FI): 2 amnistie (falsa testimonianza P2 e falso
in bilancio Macherio); 1 assoluzione dubitativa (corruzione Gdf,
falso bilancio Medusa); 1 assoluzione piena (corruzione giudici
Sme-Ariosto); 2 assoluzioni per depenalizzazione del reato da parte
dello stesso imputato (falsi in bilancio All Iberian, Sme-Ariosto); 8
archiviazioni (6 per mafia e riciclaggio, 2 per concorso in strage); 6
prescrizioni (finanziamento illecito a Craxi con All Iberian; falso in
bilancio Macherio; falso in bilancio e appropriazione indebita
Fininvest; falso in bilancio Fininvest occulta; falso in bilancio
Lentini; corruzione giudiziaria Mondadori); 3 processi in corso:
Telecinco (falso bilancio, frode fiscale, violazione antitrust
spagnola), caso Mills (corruzione giudiziaria), diritti Mediaset
(appropriazione indebita, falso bilancio, frode fiscale), Saccà
(corruzione); 1 indagine in corso (istigazione alla corruzione di
alcuni senatori)."
(Tratto da http://www.ilcannocchiale.it/blogs/allegati/FEDINE_PENALI.pdf)
E del suo alleato leghista:
Bossi Umberto: "Condannato in via definitiva a 8 mesi di
reclusione per 200 milioni di finanziamento illecito dalla
maxitangente Enimont; condannato in via definitiva per istigazione
a delinquere e per oltraggio alla bandiera; indagato e imputato in
altri procedimenti penali. Il 16 dicembre 1999 la Cassazione l’ha
condannato a 1 anno per istigazione a delinquere, per aver incitato i
suoi, in due comizi a Bergamo nel 1995, a «individuare i fascisti
casa per casa per cacciarli dal Nord anche con la violenza».
Tremaglia, suo futuro collega ministro, l’aveva denunciato. Altra
condanna definitiva nel 2007 a 1 anno e 4 mesi (poi commutati in
3.000 euro di multa, interamente coperti da indulto) per vilipendio
alla bandiera italiana, per aver dichiarato nel 1997: «Quando vedo
il tricolore mi incazzo. Il tricolore lo uso per pulirmi il culo».
Niente sospensione condizionale della pena, che però è coperta da
indulto (che cancella anche quelle pecunarie fino a 10 mila euro):
insomma, Bossi non pagherà nemmeno un euro. Inoltre ha un altro
processo in corso per lo stesso reato, per aver detto, sempre nel
1997, durante un comizio: «Il tricolore lo metta al cesso, signora...
Ho ordinato un camion di carta igienica tricolore personalmente,
visto che è un magistrato che dice che non posso avere la carta
igienica tricolore». Nel 2002 la Camera ha negato ai giudici
l’autorizzazione a procedere, ritenendo le espressioni rientranti
nella libera attività parlamentare e dunque coperte da
insindacabilità; ma nel 2006 la Consulta ha annullato la delibera di
Montecitorio, disponendo che Bossi sia processato come un
comune cittadino. Il Senatùr è invece uscito indenne dal lungo
processo per resistenza a pubblico ufficiale, in seguito agli scontri
con la polizia che perquisiva, il 18 settembre ’96, la sede leghista di
via Bellerio a Milano: condannato a 7 mesi in primo grado e a 4 in
appello, Bossi s’è visto annullare con rinvio la seconda condanna
dalla Cassazione, che ha disposto un nuovo processo d’appello. E
qui, nel 2007, è stato assolto. Ancora aperto, invece, il processo di
Verona per le camicie verdi della cosiddetta Guardia nazionale
padana costituita nel 1996: Bossi, con altri quarantaquattro
dirigenti leghisti, deve rispondere in udienza preliminare di
attentato alla Costituzione e all’unità dello Stato, nonché di aver
costituito una struttura paramilitare fuorilegge. Ma, almeno in
questo caso, rischia poco o nulla: allo scadere dell’ultima
legislatura, la maggioranza di centrodestra ha riformato i primi due
reati (punibili ora solo in presenza di atti violenti), in modo da
assicurarne la decadenza al processo di Verona. L’ennesima legge
ad personam. Una volta tanto non per il Cavaliere, ma per il
Senatùr. Il procuratore di Verona Guido Papalia, però, tiene duro
sull’accusa residua di associazione paramilitare. Allora, nel 2007 la
Camera regala l’insindacabilità ai deputati imputati, tra i quali
Bossi, Calderoli e Maroni, quasi che la Guardia Padana fosse
un’«opinione». A quel punto Papalia ricorre nuovamente alla
Consulta con un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato,
come ha già fatto contro un analogo provvedimento impunitario
adottato dal Senato per salvare Gnutti e Speroni. "
Andatevi a leggere i profili degli altri 56 (cinquantasei) indagati/condannati eletti PDL + degli 8 della Lega Nord...
Questa è l'Italia che noi italiani ci meritiamo...
martedì 15 aprile 2008
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1 commento:
poverissimissimisssimi noi!
un saluto
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